Quando il flipper va in tilt...

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  1. petronio
     
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    La Cadillac Eldorado viaggiava veloce lungo il Sunset, un enorme cazzaccio verde bottiglia, probabilmente appartenente ad un alieno, che mangiava letteralmente la passera più bazzicata di tutta la California.
    Alla sua guida Butch Sellers, lo scrittore di successo più microdotato cui il mondo avesse dato i natali. L'aria particolarmente frizzante di quella sera gli schiaffeggiava la faccia, mentre l'odore di sesso proveniva da ogni angolo del boulevard.
    Ripensò alla Swanson, che in "Viale del tramonto" le era sembrata una gran milf e in pochi secondi i suoi pensieri furono turbati da una violenta erezione.
    Cercò di scoraggiare il suo arrogante membro ripensando alla macchina che guidava e al fatto che aveva dovuto sudare sette camicie e vendere il culo al suo editore per una raccolta di poesie che di certo non valeva la sua verginità anale, ma che aveva comunque fatto un buon successo.
    Gli sembrò di cavalcare un cazzo lungo 4,5 m pronto a pistonare le ragazze che passeggiavano in bikini lungo i marciapiedi laterali.
    Niente da fare...il suo cazzo non voleva ritirarsi nelle mutande ma si aggirava sfacciatamente nell'arco di spazio tra il volante e il suo pube.
    Accostò il catamarano e decise di entrare in uno dei bar di quell'isolato, il Wooly Pussy, la gatta lanosa, un nome altisonante che sembrava promettere molto e mantenere poco.
    Entrando si sentì sprofondare in un'atmosera un po' gangsta e un po' funky stile anni 70 e la cosa gli piacque enormemente.
    Alla radio i diffusori mandavano qualcosa di William Devaughn; si aggirò disorientato tra i separè prima di approdare al banco, dove un uomo dall'aria spaesata, di certo il barista, gli chiese l'ordinazione.
    "Fammi un manhattan bello!" Chiese Butch con poca convinzione, l'uomo annuì e si ingegnò al meglio per accontentare l'avventore. Le sue movenze sembravano falsamente affettate come qualcuno che non sapesse cosa stesse facendo, ma che comunque aveva in scrupolo quello di riuscire nei suoi intenti.
    Qualche istante dopo versò il cocktail nel bicchiere e vi aggiunse una di quelle cigliegine rosse sotto spirito... il passaporto per il paradiso.
    Il luogo di per sè non sembrava offrire molte attrattive tranne un paio flipper sbattuti per caso in una saletta laterale poco visibile agli occhi dei più.
    Si alzò dal banco e ravanò nelle tasche in cerca degli spiccioli...Aveva qualcosa ma non molto, il giusto per una partita.
    La stanza era molto buia e appartata e i flipper erano quasi l'unica fonte di luce se non per il vestito giallo fluo di una ragazza seduta ad un tavolino microscopico. Butch la salutò non mancando di mostrare, oltre alla cortesia uno spiccato senso di mancato tatto. Il suo sguardo un po' fesso attardatosi sulle curve della poco più che trentenne tradivano la sua fame di sesso.
    Lei rispose al saluto con una risatina maliziosa e porse le sue labbra sottili e purpuree alla cannuccia tirando una succhiatina di quello che doveva essere un cuba libre.
    Finiti i convenevoli Butch si diresse verso il flipper di Callaghan, uno dei pochi che sembrava ispirargli interesse e mise dentro un dollaro. Il flipper caricò la pallina e subito Butch si esibì nel suo forsennato gioco di bacino cercando di non perdere il ritmo sulla macchina. La ragazza dietro di lui cominciò presto a prendere sul serio la situazione e, tirando su il vestitino, si mise la mano nelle mutandine e cominciò a toccare il clitoride, prima con piccoli colpetti per risvegliarlo, poi sfregandolo furiosamente. Fece scorrere le falangi sulle labbra tumide verso il bucoe risalendo dall'altra parte. Presto non ce la fece più e venne. Il gemito di piacere fece sobbalzare Butch in un movimento talmente sconnesso da far incastrare la pallina in una delle leve. Si girò imprecando e si accorse che la ragazza era ancora lì, che si lavorava insaziabile con le mani. Le si avvicinò e lei, di tutto punto, gli prese la testa per i capelli schiaffandolesa tra le gambe.
    Butch preso alla sprovvista ci mise un buon minuto per prendere l'iniziativa, ma appena rotto gli indugi cominciò a papparsela con la bocca.
    Dalle labbra, passava alla stimolazione interna, grazie alla sua lingua particolarmente lunga e appuntita senza perdere di vista il grilletto che cercava di riattizzare succhiandolo e mordendolo.
    Mentre cercava di tirare fuore il cazzo preso dalla foga strappò via le mutandine alla ragazza.
    "Bastardo, erano di pizzo e costavano 40 dollari"
    Butch sfilò dalla tasca una mazzetta di banconote, prese quattro deca e fece una doppia infilata, le banconote in bocca e il cazzo in buca di gambe. Gli squadrò l'aggeggio dicendo "Attenzione a non perderlo lì dentro". Lui sbuffò e continuò ad entrare.
    Il gemito della ragazza fu qualcosa di sommesso che Butch cercò di modulare con movimenti ritmici e regolari; il pene ora scorreva senza intoppi, lubrificato dagli umori della sua passera e le loro due lingue si cercavano brutalmente.
    Alla fine Butch non potè tenersi e venne senza riserve, sfilò l'arnese e se lo pulì al fazzoletto da naso prima di riporlo nella mutanda.
    Mentre lei si rassettava gli disse: "Fanno 60 dollari!"
    Lui tirò nuovamente fuori la mazzetta di banconote e sganciò il dovuto alla donna. Era un po' frastornato per cui decise di uscire, ormai il sole era totalmente calato. L'aria era più fredda, ma lui era lì Butch Sellers era lì, vent'ottoanni, scrittore di successo microdotato pronto a tuffarsi nella notte californiana.
     
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