Amiche Sorelle Amanti

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Giorgia S allucinogena
     
    .

    User deleted


    Sul tavolo c’era il suo tabacco.
    Lei fumava.
    O comunque le piaceva fumare.
    Diceva che si sentiva meglio dopo aver fuso i suoi polmoni alle sigarette.
    Sul piano di legno c’erano sparsi i filtri e le cartine “Rizla”: il suo amato tabacco.
    Un libro aperto era indeciso se far scivolare giù una pagina altrettanto aperta, mentre un diario vicino veniva scritto con foga.
    L’amavo guardare arrossata intenta a scrivere i suoi pensieri in modo convulsivo.
    L’inchiostro nero sporcava le sue piccole dita e la mano sinistra stringeva nervosamente e affettuosamente la povera sigaretta consumata.
    I capelli chiari legati in una coda cercavano di ribellarsi ed io, seduta davanti a lei, l’ammiravo curiosa.
    Aspettai che finisse di scrivere il suo sfogo.
    Io attendevo.
    Avrei visto le sue parole.
    Appena avesse finito di torturare quel quaderno con la copertina di cuoio, io avrei letto le sue parole.
    Il fumo invadeva la stanza.
    Io respiravo il suo respiro.
    Lo lasciò aperto, il quaderno.
    Lanciò la penna che quasi cadde dal tavolo e poi… poi mi fissò sorridendo.
    La cenere cadde sul pavimento, non si accorse che la sua sigaretta si era consumata al soffio immobile dell’aria.
    Allungai il braccio destro. Presi il suo diario. Lessi:
    “Perché? Perché? Perché? Sono una stupida stupida stupida… Che rabbia! Mattia è uno stronzo! E quella lì è una zoccola! Ma perché va dietro a quella? È racchia è brutta è stupida. Ed io ancora più stupida…”
    La guardai di sbieco. Era terribilmente bella quando si infiammava d’ ira.
    Non potei frenarmi e risi.
    “E ora? Ridi? Perché? Perché ridi? Bella amica che sei! Guarda che la faccenda è grave!”- mi guardava incredula e mi rimproverava.
    Cercai allora di controllarmi e di sembrare seria mentre tenendo il suo diario tra le mie mani le parlai:“Sei ancora innamorata di quello?”
    “Si”- rispose guardandomi con la testa abbassata come un cucciolo che cercava di discolparsi di qualche marachella.
    “Ma perché non lo lasci perdere?”
    “Io lo amo.”
    Scoppiai in un’altra risata.
    “D’accordo non è amore, ma mi piace troppo!”- confessò come un gatto con la coda tra le gambe.
    “Immagino che andrai al suo compleanno…”- le dissi giocando distrattamente con la penna.
    “Si! Vado e gli farò perdere la testa per me. Mi ha mollato per quel mostro! Ma ti rendi conto? Stasera sarò bellissima! E lui mi cadrà ai piedi!”- gridò sicura di sé come un’isterica.
    Era troppo buffa!
    “Però mi devi fare un favore”- ecco che tornarono i suoi occhi languidi- “Mi presti la tua gonna? Quella a righe corta! Per favore!”
    Mi pregava come una bimba.
    Era troppo difficile dirle di no.
    Allora presi la minigonna dall’armadio e gliela diedi.
    La indossò soddisfatta davanti allo specchio ammirandosi fino all’ultimo momento prima di uscire.
    Era bella…
    I suoi lunghi capelli biondi cadevano morbidi sulle sue spalle.
    Il lucidalabbra brillava eccitante sulla sua piccola bocca.
    L’ombretto scuro creava un dolce ossimoro con i suoi occhi celesti.
    Mi baciò la guancia. Corse. Chiuse la porta e corse da lui.
    Io restai a casa. Dovevo prepararmi per un esame. Ma in quell’attimo di strano silenzio mi fissai allo specchio.
    Guardai i miei occhi: neri, neri come la peste.
    Guardai i miei capelli: ricci, come boccoli di rame.
    Guardai la mia bocca: la rosea bocca che non amava esser domata, tanto meno da un lucidalabbra.
    Il reggiseno mi stringeva: decisi di mettermi comoda.
    Canottiera e mutandine.
    E invece di studiare iniziai a vagare per la casa come un fantasma.
    Accesi la tv. Tempo cinque secondi e la spensi.
    Accesi la radio. Tempo tre secondi e misi un cd.
    Alzai il volume fino a quando le vibrazioni nell’aria e nel tempo non mi avessero completamente travolta.
    Accesi il telefonino. Tempo dieci secondi e lo spensi.
    Ero indecisa se fare magari qualche squillo a qualche amico.
    Ed infine mi lanciai sul letto.
    Nel buio.
    Nel silenzio della musica.
    Chiusi gli occhi.
    All’improvviso sentii sbattere la porta violentemente.
    Saltai dal letto.
    Mi ero addormentata senza accorgermene.
    Un pisolo di due ore.
    Abbassai lo stereo.
    Grattandomi la testa uscii dalla mia camera.
    Era tornata.
    “Marta? Sei tu?”- la chiamai dal corridoio.
    La sentivo piangere.
    La porta della sua stanza era aperta.
    Nel buio, che io amo, lei piangeva.
    Mi avvicinai lentamente e senza dir nulla le accarezzai la testa.
    Tristezza, affetto materno, compassione, amore, tenerezza era tutto ciò che si mescolava nel mio sangue, mentre muta ero vicino a lei.
    “Paola! Paola!”-si sbloccò, e chiamò il mio nome.
    Piangeva come una bambina che era caduta dalla bicicletta sbucciandosi le ginocchia.
    Mi abbracciò forte.
    “Calmati. Che è successo?”- le chiesi asciugandole le lacrime di mascara.
    “È uno stronzo! Mi ha preso in giro davanti a tutti! Ha fatto lo scemo con quella! Mi ha umiliato! Io lo odio!”- mi parlò senza prendere fiato.
    “Oggi lo amavi! Vedi c’è un lato positivo! Ora lo odi!”- le pronunciai sorridendo.
    “Paola, non mi prendere in giro pure tu!”- si lamentò con me, però il suo viso aveva fatto cenno di tornare come quello di sempre: il volto rotondo e solare di Marta.
    “Aspetta. Ti vado a prendere un fazzoletto”- le dissi alzandomi.
    Il tempo di trovarlo nel caos della mia tana che Marta si stava spogliando per infilarsi il pigiama, quello rosa con i fiori, quello per cui la prendevo sempre in giro dicendole che era il pigiamino per neonati.
    Le porsi il fazzoletto, e fu in quel momento che mi accorsi quanto eravamo vicine… terribilmente vicine.
    Il suo viso era rigato dal mascara.
    I suoi piccoli e meravigliosi seni erano nudi in attesa di essere soffocati dal cotone della maglia.
    I miei invece erano gonfi sotto la canottiera fina.
    I nostri capezzoli si sfiorarono.
    L’attrito del tessuto ruvido che bendava i miei seni li fece inturgidire al semplice tocco, fu come una scossa elettrica il poter sentire i suoi fragili e duri sulle mie areole.
    I nostri occhi si guardarono mentre la musica arrivava dalla mia stanza.
    Sembrava che il mondo si fosse chiuso fuori, quel mondo di gente odiata e plastificata era rimasto esiliato e ora c’eravamo solo noi pronte a disconnettere le menti dal tutto, pronte ad appartenerci.
    Pronte a far parte di quella confusione che pulsava frenetica dentro ai nostri petti.
    Ferme, immobili, esitanti: le nostre bocche si avvicinarono.



    Labbra morbide, lingue vergini: il nostro primo bacio.
    Le nostre lingue si toccarono.
    Ci baciammo come bimbe impaurite.
    Ci guardammo incredule senza dire niente.
    Ci fissammo vergognose cercando di allontanarci.
    Invece…invece le nostre bocche si baciarono ancora, si cercarono ancora.



    La mia mano toccò delicatamente le sue lunghe ciocche dorate.
    Le sue dita accarezzarono i miei riccioli, indomabili sulle spalle.
    Scivolai con le labbra sul suo collo.
    Ansimavo baciandola mentre le sue dita maliziose si infilarono sotto la mia canottiera.
    Mi strinse i seni.
    Mi morsi le labbra: adoravo farmeli stringere.
    Iniziò a toccarli e a massaggiarli con le sue mani vellutate.
    Chiuse gli occhi ed io scivolai con la lingua sulle sue stuzzicanti areole scure come l’ambra.
    Seguii con la lingua la loro forma. Spalancò i suoi occhi grandi. Mi sorrise imbarazzata, mi sorrideva dolcemente.
    Strinsi le mie labbra sui suoi capezzoli, li strinsi e li morsi delicatamente: volevo un suo gemito... strinsi piano e mossi la mia lingua...mi bastava un solo gemito di piacere.
    La sentii fremere e anch'io sudata su di lei mi spogliai.
    I capezzoli si scontrarono, si toccarono, si baciarono.
    Lei fece con la sua bocca la stessa cosa sui miei rigonfi.
    La accarezzai tra le cosce: la sentii piccola, fragile, sulla mia mano.
    Poi sentii la sua mano su di me, insicura...
    Esitante la baciai sull'inguine, timida le donai la mia lingua.
    Travolta e avvolta dai suoi profumi le donai il mio corpo.
    Eravamo come anime solitarie di vergini che si fusero: umori bianchi come schiuma marina, lieve e dolce come un sottile strato di zucchero.
    Gemiti e vocali femminili. Unghie e vocali, le nostre dolci vocali.
    Strofinammo le nostre vagine come dannate figlie della lussuria.
    Ci baciavamo e ci leccavamo lentamente come innamorate.
    Ci sdraiammo sul letto senza parlare, senza chiedere.
    Gemiti solo gemiti, la cui custodia fu affidata ai muti muri.
    Scesi con la testa tra le sue gambe. Ero curiosa di sentire il suo sapore.
    Ero terribilmente curiosa… la mia lingua si intrufolò dentro di lei, la spinsi, iniziò a gemere catturata completamente dai sensi, toccai il suo clitoride e lo leccai.
    Iniziò a muoversi su e giù toccandomi i capelli e spingendo la mia testa verso di lei.
    La mia vagina pulsante cercò la sua coscia, il suo ginocchio ossuto.
    La leccavo, la penetravo. Gemeva sotto il dominio delle mie labbra che si nutrivano del suo salato succo, mentre mi strofinavo folle e arrossata sulla sua gamba, sulla sua morbida pelle donandole il mio umido profumo: umori caldi come miele e tiepide lacrime di salsedine.
    Presi il mio seno destro in mano. Me lo strinsi e lo portai alla mia bocca mentre con la mano sinistra mi toccai il calore tra le cosce…. mi leccai il capezzolo.
    Lo succhiai con le labbra e poi lo spinsi nella sua vagina.
    Gemeva forte. Sussultava e cercava…
    Gemeva e la sua schiena si curvava.
    Il suo dolce umore si spalmò sulla mia areola.
    La presi… la baciai… la leccai.
    Sembravamo gatte in calore.
    Sembravamo non più come sorelle.
    Eravamo forse diventate amanti?
    Sfregai ancora le mia vagina sulla sua, desiderando il bruciore della sua estasi, poi stremate cademmo.
    Sfinite, nude, sudate, senza parlare chiudemmo gli occhi.
    Ed io senza cercare di pensare al domani, a noi, a cosa sarebbe successo, a cosa eravamo o non, chiusi le palpebre.
    Un promemoria fastidioso e lontano mi ricordava che avevo un esame il giorno dopo, ma era una voce che faceva parte di quel mondo là fuori.
    Così mi arrampicai ai sogni di Morfeo stordita dall’odore tiepido di Marta, e cullata dalla regolarità del suo respiro l’abbracciai addormentandomi.



    Edited by Alan Turing - 28/1/2011, 23:53
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Pornostar

    Group
    Staff
    Posts
    5,978

    Status
    Offline
    complimenti giorgia! molto intenso *__*
    ma sei un'appossionata di hentai??? XD

    a questo punto manca un bel racconto pieno di mostri e tentacoli XD
     
    .
  3. Giorgia S allucinogena
     
    .

    User deleted


    ahahah!
    mi piacciono gli hentai confesso...
    anche se con i mostri e i tentacoli non tanto, anzi per niente...

    però non si sa mai nella vita...
    però se parlerò di tentacoli e mostri ho paura che bisognerà aprire la sezione "fantascienza erotica"
    :alienff: <-- (l'alieno porno)
    :D


    grazie tantissimo KER!!
    :(blush): :)
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Non c'è cielo a ridondare in un luogo lontano, come l'emozione di un uomo diverso ma con la stessa sostanza - che l'attraversa.

    Group
    Administrator
    Posts
    3,442
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Non è male come idea quella dei tentacoli :D Sù Giorgia aspettiamo il racconto fantaerotico!
     
    .
  5. Giorgia S allucinogena
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Alan Turing @ 11/9/2010, 12:53)
    Non è male come idea quella dei tentacoli :D Sù Giorgia aspettiamo il racconto fantaerotico!

    ahahahah!!
    beh l'alieno porno ci sarà sicuramente!! :alienff:
    stile quello di American Dad, che quando si veste da femmmina è più sensuale di una donna! :(tv):

    ehm...e magari un polipo gigante ci può stare!
    :(whip):

    :(naughty): "fantaerotismo"...
    :(pon):
    anche qualche impiccato... fantascienza gotica e erotica... :(impicc):

    ok...ora sto delirando..
    :(stupid):
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Non c'è cielo a ridondare in un luogo lontano, come l'emozione di un uomo diverso ma con la stessa sostanza - che l'attraversa.

    Group
    Administrator
    Posts
    3,442
    Location
    Torino

    Status
    Offline
    Beh Creeping Out Sara ci ha linkato un alien-porno su fb qualche giorno fa! Puoi prendere spunto da là! :D
     
    .
  7. In Venere veritas
     
    .

    User deleted


    molto bella la prima parte, la seconda, molto intensa, ma come sei originale (spesso a me incomprensibile) nelle poesie, sei forse troppo descrittiva e piana nel racconto... compenetrerei le due cose
     
    .
  8. Salvos887
     
    .

    User deleted


    Mi è piaciuto tantissimo, hai la capacità di trascinare il lettore dal primo rigo all'ultimo...fondamentale per chi vuole fare prosa...complimenti!! dovessi dare un voto darei un bel 9!! :(graduated):
     
    .
  9. Giorgia S allucinogena
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (In Venere veritas @ 11/9/2010, 16:18)
    molto bella la prima parte, la seconda, molto intensa, ma come sei originale (spesso a me incomprensibile) nelle poesie, sei forse troppo descrittiva e piana nel racconto... compenetrerei le due cose

    In che senso descrittiva e piana?
    Cioè mi perdo in descrizioni monotone?
    Comunque…in effetti non è semplice nel racconto, soprattutto se erotico perché ho la paura di ripetere, cosa accaduta in particolare in "Gocce di cristallo " che ho postato per primo.

    però cercherò di compenetrare le due cose (anche se ho cercato di farlo). comunque grazie.
    :)


    CITAZIONE (Salvos887 @ 12/9/2010, 12:22)
    Mi è piaciuto tantissimo, hai la capacità di trascinare il lettore dal primo rigo all'ultimo...fondamentale per chi vuole fare prosa...complimenti!! dovessi dare un voto darei un bel 9!! :(graduated):

    grazie, salvo!
    :(peace):
     
    .
  10. In Venere veritas
     
    .

    User deleted


    no no, anzi, è piacevole la chiarezza, però servirebbe del mistero...come posso spiegartelo bene? quella frenesia che si sente nelle tue poesie... manca qua dentro, va tutto molto liscio
     
    .
9 replies since 10/9/2010, 23:46   485 views
  Share  
.