L'esame orale

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  1. Salvos887
     
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    La sveglia suonò per le 7.

    Sally, ancora intorpidita, si alzò dal letto stirando le braccia come ogni mattina da quando aveva ricominciato a frequentare l'Università.
    Quella notte in effetti non era riuscita ad addormentarsi subito per via del pensiero fisso di quell'esame di Psicologia applicata che il mattino seguente avrebbe dovuto sostenere e che troppe volte aveva rimandato per via dei sempre più pressanti impegni lavorativi.

    In giornata avrebbe risolto.

    Si avviò al bagno, incurante delle fitte allo stomaco che lo stress le procurava da svariati giorni, doveva prepararsi...
    L'acqua della doccia era fredda...di nuovo...per via dello scaldabagno rotto che la proprietaria della casa dove ella viveva in affitto, non aveva provveduto a far sistemare previo Idraulico nonostante le solerti sollecitazioni delle inquiline,
    "Pazienza" pensò "Almeno così mi sveglio del tutto"...

    Sentiva l'acqua gelida penetrare quasi le ossa, procurandole svariate sensazioni anche se il più sottile dei piaceri fu al momento della chiusura del rubinetto e il contatto dell'accappatoio (scaldato nel termosifone) con la pelle bagnata e intirizzita.

    Amava asciugarsi per bene, perdendo del tempo a massaggiare i propri seni durante quell'operazione, soffermandosi sul destro che riteneva più sensibile mentre l'altra mano lentamente scivolava giù a sfiorare parti ancor più sensibili...ma non era quello il momento più adatto.
    Si vestì in fretta, un filo di trucco ed il caffè bollente preannunciavano la corsa che quel particolare giorno esigeva.

    Marzo correva veloce come i giorni e le materie che la separavano da una laurea agognata e detestata al tempo stesso.
    Arrivò trafelata in sede nonostante l'anticipo di quasi 10 minuti sull'orario, approfittò del tempo in avanzo per ripassare alcuni punti di un capitolo difficile.

    Il Professore arrivò alle 8 spaccate, puntuale come un orologio svizzero.

    Ben Davis, docente di Psicologia applicata, era un uomo sui generis;
    Sessantenne divorziato aveva l'abitudine di ubriacarsi ogni sabato sera aggirandosi nei locali più malfamati della città alla ricerca di qualche puttana che potesse sollazzarlo e saziare una fame di sesso perenne.

    ...forse erano solo voci ma la paura, bagnata dal sudore della fronte di Sally, non tardò ad arrivare appena Davis pronunziò il suo nome...

    “Eccomi” rispose la ragazza con voce pacata
    “Bene signorina, Sally Floyd giusto?” chiese l’uomo
    “Si, è il mio nome signor Davis, dovrei dare quest’esame” rispose Sally porgendo il programma al professore che la scrutava da vicino, indugiando lo sguardo sui fianchi ben scolpiti della giovane.
    “Puoi anche chiamarmi Ben, cominciamo dai…”

    Alla prima domanda Sally ebbe un istante d’esitazione ma poi cominciò a ripetere ciò che sapeva, le premesse per un bel voto c’erano tutte, dopo soli 5 minuti Davis sbottò all’improvviso:
    “Basta così”

    Sally rimase sorpresa e sbigottita da quella frase pronunciata in maniera così strana, la curiosità di capire cosa stesse accadendo non le fece battere ciglio.

    L’uomo riprese a parlare dopo una breve pausa e due tiri alla mezza Marlboro rossa che si consumava nel posacenere.

    “E’ fondamentale che tu passi quest’esame, è il più importante del corso…immagino tu lo sappia”
    “Certo Professor Davis!” fu l’ovvia risposta
    “Non chiamarmi ‘Professor Davis’…mi fa sentire così vecchio! Per te sono Ben..” puntualizzò con ghigno da simpatico guascone.

    Sally rimase in silenzio, non sapeva come affrontare quella situazione così surreale col mite ‘Ben’

    “Sei fortunata” azzardò l’uomo “Oggi potresti ricevere un bel 30 se saprai come guadagnartelo, magari anche con la lode, deciderò in seguito al tuo ‘esame orale’…”

    La ragazza lo guardò sbigottita, ebbe l’impulso di scappare ma lo strano atteggiamento al quale non si era preparata la paralizzò sulla sedia.

    Non riusciva proprio a capire dove volesse andare a parare il suo professore di Psicologia applicata, alla fine proruppe: “Profess…Ben io le stavo già ripetendo la parte che mi aveva chiesto, non capisco cos’altro dovrei fare…”

    “Ma io non mi riferivo a quell’esame ‘orale’, la lingua non è solo retorica” disse alzandosi e sfilando pian piano la cintura dei pantaloni che non nascondevano più un’erezione ormai evidentissima.

    “Pro…professore cos’ha intenzione di…”
    “Silenzio” interruppe “non ci vorrà molto”

    Si avvicinò a lei coi pantaloni ormai scesi alle caviglie ed i boxer che pareva volessero scoppiare sotto la pressione di un pene eretto e drogato dal Viagra, che al naturale non avrebbe mai raggiunto certi risultati.

    Era ormai a pochi centimetri dal viso della ragazza quando a quel punto le intimò di succhiarlo.
    “No!” fu la secca risposta di Sally che aggiunse “Lei è completamente pazzo!!”

    “Può darsi” disse il vecchio “ma questo pazzo ha il potere di farti laureare col massimo dei voti, come quello di rovinarti e non farti fare più nulla né qua né da altre parti.”
    - C’era un ché d’inquietante in quelle parole ma soprattutto nello sguardo spiritato da maniaco sessuale dell’uomo -.

    Sally non rispose ma una lacrima rigò il suo viso, pensò di non avere alternative non volendo nemmeno concepire l’idea di un rifiuto che le sarebbe costato l’intero futuro universitario, ma fu soprattutto il terrore di poter in qualche modo deludere i propri genitori a non farla ragionare con lucidità.

    Il pene violaceo e turgido del docente era ormai fuori dai boxer, pulsava come se stesse per esplodere attendendo le labbra rosse e carnose della studentessa.

    Pian piano Sally lo mise in bocca e iniziò a succhiare con vigore chiudendo gli occhi e maledicendolo in tutti i modi.
    Non le dispiaceva il sesso orale, era di rito che lo facesse col suo ragazzo ma in quella data circostanza odiò quella pratica con tutta se stessa.

    I gemiti di Ben le davano la nausea ed in quel momento ebbe la tentazione di morderglielo con tutte le sue forze, strapparlo e sputarglielo in faccia ma non fece nulla.

    Intanto il professore ogni 2, 3 secondi ripeteva “Oh si…continua a succhiarlo così, lecca bene dai…21, 22…si così…24, 25….dai continua…27…CONTINUA…”

    Arrivato a 29 le venne in bocca, Sally sentì lo sperma arrivarle fino in gola per la spinta propulsiva che l’orgasmo dell’uomo ampliò inverosimilmente.
    Ebbe vari conati di vomito, sputando quel seme putrido a terra.

    “Brava signorina Floyd, meriti un bel 30” Esclamò sarcastico “peccato però, se avessi deglutito t’avrei dato anche la lode”

    Sally non disse nulla, prese il libretto col 30 fresco d’inchiostro e si avviò all’uscita.

    Lo odiò e si odiò.

    Non ebbe il coraggio e la forza di dirlo a qualcuno, ma in se covò una rabbia che l’avrebbe portata a valutare seriamente l’ipotesi di un omicidio…dopo la laurea però.

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    Edited by Alan Turing - 28/1/2011, 23:54
     
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  2. Andry White
     
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    mamma mia... mi ricorda tanto "gli uomini che odiano le donne", solo che tu sei stato un pò più soft.
     
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    non è che mi abbia molto entusiasmato... l'ho trovato un po' scontato.
     
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  4. Giorgia S allucinogena
     
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    io aspetto il seguito!!!
    "L'Omicidio"
    :alienff:
     
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  5. Salvos887
     
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    CITAZIONE (K.E.R @ 9/9/2010, 21:05)
    non è che mi abbia molto entusiasmato... l'ho trovato un po' scontato.

    Non ho molta dimestichezza con la prosa, questo è uno dei primi tentativi...preferisco la poesia! :(nopity):
     
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  6. blunegliocchi
     
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    niente male!!
     
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5 replies since 8/9/2010, 15:54   397 views
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