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In Venere veritas.
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Rimpiango i giorni in cui era facile, tenerti lontano.
Rimpiango le mani che non mi toccavano, prive di pelle, nude di te.
Ora i guanti che indossi ti arrivano al gomito, lucidi di crudeltà.
Mi hai legata al tuo desiderio, al letto e al mondo e senza chiedere, sei entrato in me.
I lampi si riflettevano perfetti sul tuo sorriso gemello delle mani, senza riflettere, ho detto sì.
Fallo, fallo amore. A gambe divelte, incapace di vedere, ho sentito... ho sentito tutto te stesso, attraverso quei guanti farsi strada, un centimetro alla volta...
non potevo che trattenere il respiro.
E chiederne, ancora.. -
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Non c'è cielo a ridondare in un luogo lontano, come l'emozione di un uomo diverso ma con la stessa sostanza - che l'attraversa.
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Che bello, non riesco a definire di che tipo di testo si tratti ma mi piace . -
In Venere veritas.
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ehm... non ne ho idea... .