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In Venere veritas.
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Dimenticami oggetti dentro
ho superato la soglia del dolore
mentre mi eliminavo svaghi
aprendomi il culo, con artifizi e pensieri
l'ho tenuto morbido per te, amore
per ritrovarmi piena,
mentre ancora un -oh!- nell'ano
poteva distruggere il sole.
Risentendo le dita dentro
morbido di bocca di neonato
il mio culo si distende
e raccoglie ogni goccia
che se fosse pioggia
sarei gravida, come una vacca
bianca e pezzata, divelta e bagnata.
I fili di dolore, son fili di piacere
scendono lenti, mentre veloce
mi scopi, mi prendi, mi allarghi.
“Mentre pian piano il sole va giù
e quel sole vorrei non essere io”. -
.
Non c'è cielo a ridondare in un luogo lontano, come l'emozione di un uomo diverso ma con la stessa sostanza - che l'attraversa.
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Molto bella... La chiusa dovrebbe essere una citazione? Il titolo mi ricorda una canzone di Ligabue... . -
In Venere veritas.
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infatti... l'ultima è citazione del verso della canzone di ligabue che dice: "e pian piano il sole va giù e quel sole vorresti non essere tu..l'amore conta..."
devo specificarlo?. -
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Non occorre... e cmq l'hai appena fatto . -
Salvos887.
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Mi piace molto Liga, specie le prime canzoni... molto bella questa tua... esplicita al punto giusto! .