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In Venere veritas.
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Cala ancora la tua mano
Aperta sul mio biancore,
colpisci con ritmico stupore
la pelle tesa, gemo.
E poi legata al tuo volere
Toglimi ogni senso del tempo
E dello spazio, disorientami
Per farmi sentire solo quello
Che le tue mani, la tua voce
La tua bocca, vorrà fare.
Ti voglio addosso,
ogni centimetro di pelle
sopra di me, ogni goccia
del tuo sudore, sulla mia lingua.
Non voglio sprecarne
Nemmeno un attimo,
esaltami e starò
affascinata a sentire
i tuoi mugolii,
mentre rendo onore
umilmente mangio
e tengo in pugno
il tuo pulsante essere.
Edited by Alan Turing - 28/1/2011, 13:30. -
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Non c'è cielo a ridondare in un luogo lontano, come l'emozione di un uomo diverso ma con la stessa sostanza - che l'attraversa.
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Sembra quasi una canzone, specie nella prima parte. .