ahitè
quello che amo
è vicendevole al male,
per pochi secondi sia chiaro,
ho pensato di fartene
ma il mio bene non è il tuo
tranne quello
del piacere
che s'incolla alle mie ossa storcendole
dilatando i tuoi occhi bianchi
protesizzandoli all'infinito
verso la beretta
sulla fronte di un cielo di santi...
ahitè
quello che amo,
"...ma insomma per fortuna"
non è il silenzio,
nè un cane sfamato
ma forse il morire impiccato a una trave
con i miei organi rettili che ancora rincorrono
un barocco riparo.
ahitè
quello che amo,
non è un paradiso zen arredato di finti wharola
e pesciolini rossi in pilastri di vetro
ma cazzi grossi
gusci d'ostrica al posto di foglie di adamo
una goccia di champagne,
un pizzico di zenzero
il tuo sorriso che mi cerca la mano
ma trova un tesoro.
ahitè
quello che amo,
non è il lavoro per una serena vecchiaia
nè il cinema al sabato sera,
nè un tramonto di millefoglie di melanzane e burrata
e neanche una porta aperta sulla tua collezione privata.
ma prendere quella mano e portarla sul petto
e pregando che sia vera
portandola alla bocca
divorare ogni parola,
perchè il piacere,
per me,
non è altro che un'esperienza capovolta:
un'anima che di carne racconta...